lunedì 28 novembre 2011

Quotazioni alle stelle per ‘CHERRY FIVE’.


La scorsa settimana una copia dell’album CHERRY FIVE è stata aggiudicata su Ebay per la ‘modica’ cifra di 2.130 euro, dopo una combattuta asta con ben 24 rilanci. Il prezzo di aggiudicazione è ancor più rilevante se si pensa che la copia messa all’asta non era certamente ‘Mint’. Infatti l’inserzionista aveva valutato la copertina come EX + ed il vinile come VG. In realtà la descrizione e le foto a corredo evidenziavano all’interno della copertina una macchia d’umidità ‘della grandezza di un palmo’ con conseguente decolorazione ed abrasione, per cui, a mio giudizio, anche la copertina era da valutare VG. Premesso che ogni asta fa testo a sé, viene spontaneo chiedersi quanto potrebbe valere oggi una copia di CHERRY FIVE in condizioni perfette, 2500 euro? D’altronde un notissimo esperto e commerciante di dischi ne ha acquistato una copia da un privato per 2000 euro, facile pensare con l'intenzione di rivenderla con il consueto ricarico.
Il primo album dei Goblin (perché questo è a tutti gli effetti) è nella top ten degli album più costosi del progressivo italiano ed il valore così elevato è dovuto da un lato all’assoluta rarità del disco, dall’altro alla qualità musicale del lavoro. CHERRY FIVE è sempre stato un LP dispendioso, nonostante la rivista RARO! l’avesse valutato appena 400.000 lire nel 1993 (e 'Perchè si uccidono' 500.000) in realtà già in quegli anni veniva scambiato per 700.000/1.000.000 di lire diventati 1.000 euro nel 2001 (così come un po’ troppo prudenzialmente indicato nel mio volume). L’ultima copia venduta su Ebay risaliva al 2007 e venne aggiudicata a 2025 dollari (all’epoca circa 1.500 euro). Nel 2010 un’altra copia fu aggiudicata e rimessa in vendita per tre volte consecutivamente in un mese (sempre per il dichiarato mancato pagamento da parte dell’acquirente) a circa 1.000 euro in aste però molto dubbie. Le quotazioni di quest’album sono quindi in costante crescita, come avviene d’altro canto per molti altri LP di progressivo italiano, diventati paradossalmente quasi un bene rifugio in questi tempi di crisi economica.
Nel rinviare alla lettura di ‘Goblin sette note in rosso’ per una completa disamina di CHERRY FIVE con informazioni e retroscena che non troverete da nessuna altra parte (e che confutano quanto è sempre stato raccontato, anche dagli stessi Goblin), ricordo che una mia breve recensione del disco è stata pubblicata su 'Classic Rock' a questo indirizzo.

Per finire: ma secondo voi quante copie esisteranno di CHERRY FIVE? La mia opinione è che ce ne siano meno di trecento….

sabato 12 novembre 2011

GOBLIN LIVE IN JAPAN all’ITALIAN PROGRESSIVE ROCK FESTVAL.



Grande successo in Giappone per i New Goblin. Come avevo già annunciato i folletti hanno tenuto due concerti all’Italian Progressive Rock Festival che si è svolto a Kawasaki dal 4 al 7 novembre presso il Club Città, situato nel nuovo complesso di esercizi commerciali ‘La Cittadella” (tanto per rendere chiaro a tutti l’amore che nutrono i giapponesi per il nostro Paese). Il Club Città ha una sala di medie dimensioni (max 1300 persone in piedi) attrezzata con le più sofisticate apparecchiature audio/video/registrazione ed ha uno stage lightining particolarmente avveniristico in cui risalta la sospensione centrale a stella.

La sera del 4 novembre è stata aperta dai The Trip che hanno presentato una selezione dagli album Caronte ed Atlantide mentre i New Goblin hanno riproposto la scaletta del Prog Exhibition di Roma. Lo show è stato concluso dalla PFM con “Stati di Immaginazione / Anthology” incentrato sul materiale dell’album più ‘cinematografico’ della Premiata ed alcuni classici immancabili (tra cui 'Celebration', 'Impressioni di settembre', 'La carrozza di Hans').
Il 5 novembre, unica data che ha raggiunto il sold out già in prevendita, la festa è iniziata con Il Balletto di Bronzo, amatissimo in Giappone, che ha entusiasmato il pubblico con una ampia selezione da YS preceduta da 'Delirio viola' e 'Napoli sotterranea' ed è proseguita con uno show di circa settanta minuti degli Arti & Mestieri. Headliner della serata erano i Goblin (indicati senza ‘New’ su tutto il materiale pubblicitario) che hanno in pratica replicato lo spettacolo della serata precedente ma con un bis più esteso, accolti con grande calore dal pubblico che poi ha educatamente assediato i musicisti per gli autografi di rito.

Morante a nome dei folletti si è dichiarato sorpreso e sopraffatto dall’affetto e dall’entusiasmo del pubblico giapponese. La sorpresa di Morante e dei New Goblin non è certo la mia. Basta leggere la dettagliata discografia riportata in ‘Goblin sette note in rosso’ per rendersi conto che nel Paese del sol levante tutti gli album principali della band romana (Cherry Five, Profondo rosso, Suspiria, Roller, Il fantastico viaggio del ‘bagarozzo’ Mark, Zombi, Tenebre, Phenomena), sono stati editi in vinile e che, con riguardo ai CD, i giapponesi hanno pubblicato l’intera discografia del gruppo ed un numero di riedizioni che è addirittura superiore a quello (già molto elevato) della Cinevox.

Oltre ai biglietti della serata, sono andati completamente esauriti anche tutti i gadget che gli organizzatori avevano realizzato con la proverbiale nipponica bravura. Si tratta del bellissimo poster del festival, due chirashi flyer, una brochure apribile sul fronte, un programma fotografico, un set di sette t-shirt!

Mi riconosco nella passione, rispetto, precisione e gusto che i giapponesi mettono nelle loro azioni, per cui: 
Japan loves Italy, Red Goblin loves Japan!

martedì 8 novembre 2011

Perchè si uccidono.


E’ stata pubblicata su John's classic rock, il prestigioso blog di JJ, lettura d’obbligo per ogni amante del prog italiano, una mia recensione dell’album “Perché si uccidono” edito dalla Cinevox nel 1976 a nome dell'inesistente Il Reale Impero Britannico. La scheda dell’album è esauriente ma per chi ne volesse sapere di più naturalmente consiglio caldamente la lettura di “Goblin sette note in rosso”. Infatti nel libro viene raccontata per la prima volta la genesi ed i contenuti di questo disco che in realtà raccoglie musiche composte per tre pellicole diverse. Questa informazione, come molte altre ‘esclusive’ che trovate nel libro, è il frutto di approfonditi e decennali studi sul cinema, sulle colonne sonore e sui gruppi rock italiani, partendo non da dichiarazioni altrui (in primis quelle dei Goblin che non gradiscono che certe notizie siano divulgate e quindi preferiscono tacere o sviare) ma dalla conoscenza diretta della fonte primaria, vale a dire le pellicole e le incisioni, spesso a costo di dispendiose ricerche in tutto il mondo. Tanto per rimanere in tema, all’epoca della redazione del volume l’unica versione disponibile del film ‘Perché si uccidono’ era su una rarissima videocassetta argentina ed è quella che ho cercato e visionato ma questo vale per molte altre pellicole come ‘Amo non amo’ (vhs australiana) o ‘Povero Cristo’ (super8 polacco). D’altronde solo seguendo questa metodica rigorosa si evita di perpetuare errori, talvolta clamorosi.
Quando l’esame diretto della fonte non è stato sufficiente per chiarire i dubbi e nei pochissimi casi in cui non mi è stato possibile esaminarla perché per me ‘introvabile’ (con mio grandissimo rammarico ma la ricerca continua…) ho applicato, assumendomene il rischio, il principio di Conan Doyle (e di Sherlock Holmes) che  ogni buon argentiano conosce a memoria, secondo il quale in un’indagine “eliminato l’impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità”!!
Buona lettura.